"I ricercatori non crescono sugli alberi" è il titolo del libro scritto a quattro mani da Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi sulla ricerca e l'università in Italia. E' stato pubblicato da Laterza a gennaio 2010. A cosa serve la ricerca, perché finanziarla, cosa fanno i ricercatori, che relazione c'è tra ricerca ed insegnamento, come riformare il sistema della ricerca e dell'università, a quali modelli ispirarsi. Due cervelli non in fuga denunciano la drammatica situazione italiana e cosa fare per uscire dalle secche della crisi. Perché su una cosa non c'è dubbio: se ben gestito, il finanziamento alla ricerca non è un costo ma l'investimento più lungimirante che si possa fare per il futuro del paese e delle nuove generazioni.




mercoledì 24 marzo 2010

Concorsi al CNR


Estratto dal libro " I ricercatori non crescono sugli alberi

....Ci potremmo chiedere quanti siano gli stranieri che vincono concorsi al CNR. Ma la domanda è retorica: per poter vincere, uno straniero dovrebbe prima capire cosa c’è scritto sul bando e riuscire a districarsi in una giungla legale fatta di dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà e copie conformi all’originale. La procedura di un concorso al CNR è una pantomima avvilente per chiunque vi partecipi. Innanzitutto il vincitore è spesso già indicato dal bando, che prevede profili scientifici estremamente ben definiti....

.... L’ipotesi che un istituto possa scegliere di assumere un dato candidato potrebbe anche essere ragionevole. Eppure il concorso va svolto in ogni caso. Questo prevede per i ricercatori due prove scritte ed una prova orale. Inoltre, in alcuni casi, deve essere accertata la conoscenza della lingua inglese e dell’informatica. Per i concorsi da primo ricercatore è prevista invece solo una prova orale con domanda in busta chiusa volta ad appurare la conoscenza del tema specifico del concorso che, come abbiamo visto, è spesso molto specifico. Il tutto si riduce, come nel caso dei concorsi universitari, ad un’inutile pantomima in cui il candidato è scelto comunque in maniera arbitraria, senza che nessuno se ne prenda la responsabilità diretta. Senza contare poi lo spreco di tempo e delle risorse necessarie per svolgere il concorso....

...Senza buonsenso e onestà da parte della commissione, non c’è criterio numerico che tenga. Di certo, assegnare un punteggio all’anzianità di servizio è una misura ingiusta. Se si vuole premiare in qualche modo l’anzianità, basterebbe stabilire come norma la valutazione della produzione complessiva del candidato. In questo modo i candidati più anziani, se validi, avranno in media prodotto di più. Ma affermare che bisogna privilegiare non solo l’anzianità, ma addirittura l’anzianità all’interno del CNR, sembra un giudizio corporativo, perché penalizza un ricercatore di valore solo perché ha lavorato per un certo numero di anni in un altro ente o in condizione di precarietà....


  • Segnaliamo un articolo (Gianni Trovati, Il Sole 24 ore del 01/2/2010) in cui, descrivendo il maxi concorso appena avviato, si mette in risalto "la corsia preferenziale per i candidati interni" ... Per aderire a tanta precisione, può risultare utile essersi gia' dedicati nel Cnr proprio a questi filoni di ricerca; tanto più che il "servizio prestato al Cnr" è un "titolo specificamente valutabile" che può valere otto punti....
  • Segnaliamo anche un articolo di Daniele Archibugi (Il Sole 24 ore del 01/2/2010) in cui si esaminano i bandi mettendo in evidenza che "Tuttavia l'eterna battaglia tra riformisti e conservatori continua all'interno di tutte le istituzioni. Se ne trova conferma anche in questi bandi... Ma si rimane sorpresi che alcune tematiche di lavoro siano estremamente ristrette per posti a vita...."

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