"I ricercatori non crescono sugli alberi" è il titolo del libro scritto a quattro mani da Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi sulla ricerca e l'università in Italia. E' stato pubblicato da Laterza a gennaio 2010. A cosa serve la ricerca, perché finanziarla, cosa fanno i ricercatori, che relazione c'è tra ricerca ed insegnamento, come riformare il sistema della ricerca e dell'università, a quali modelli ispirarsi. Due cervelli non in fuga denunciano la drammatica situazione italiana e cosa fare per uscire dalle secche della crisi. Perché su una cosa non c'è dubbio: se ben gestito, il finanziamento alla ricerca non è un costo ma l'investimento più lungimirante che si possa fare per il futuro del paese e delle nuove generazioni.




venerdì 12 marzo 2010

Nebbia sull' Istituto Italiano di Tecnologia ed il mistero del rapporto scomparso


Estratto dal libro "I ricercatori non crescono sugli alberi"

"....L’IIT è una creatura del ministro Tremonti che nel 2003 lo ha dotato dell’ingente finanziamento pubblico di 100 milioni di euro annui, più di quanto viene stanziato per tutta la ricerca di base nazionale nei più diversi settori disciplinari con i progetti PRIN (Programmi di ricerca di rilevanza nazionale). Tra l’altro la maggior parte di questo finanziamento (circa 400 milioni di euro) non è stata ancora spesa, come denunciato recentemente da un articolo dell’
«Espresso».


È ancora presto per giudicare l’effettivo successo scientifico dell’IIT, perché i laboratori di Genova sono attivi da relativamente poco tempo. Sicuramente, date le risorse disponibili, i risultati arriveranno. Suscitano però perplessità le modalità con cui l’istituto è stato creato e il modo in cui viene gestito. L’intento dei promotori dell’IIT era quello di creare un’area di eccellenza su cui investire. Questa è senz’altro una cosa positiva ma dubitiamo che far nascere dal nulla un istituto, nominarne i vertici e dargli carta bianca per decidere cosa fare sia necessariamente la scelta migliore. Altri paesi, come ad esempio la Germania, hanno deciso di creare aree di eccellenza in modo completamente diverso, e cioè tramite una competizione basata sulla peer review cui potevano partecipare tutte le università tedesche. L’iniziativa tedesca ha fornito ingenti finanziamenti ad istituti e gruppi di ricerca, valorizzando quindi quanto di meglio era presente nel paese. Alla fine, per essere competitivo, l’IIT ha dovuto fare lo stesso: selezionare nel paese alcuni gruppi di eccellenza e finanziarli. La differenza sostanziale è che in Germania la procedura è stata pubblica, valutata da terzi, ed aperta a tutti, mentre l’IIT ha scelto chi finanziare in maniera del tutto autonoma. I collaboratori sono senz’altro eccellenti, ma sono il meglio che si poteva trovare sulla piazza? ...

.... E, infatti, critiche pesanti sono giunte dalla prestigiosa rivista «Science» che ha recentemente dedicato un
ampio servizio all’IIT. Nell’articolo vengono riportate le dichiarazioni di alcuni scienziati di prestigio che erano stati chiamati a progettare l’istituto e i cui suggerimenti sono stati completamente ignorati. La loro impressione è ora quella di essere stati usati come specchietto per le allodole, per coprire scelte arbitrarie. .Nell’articolo si parla inoltre di un fantomatico rapporto, commissionato dall’ex ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, che giudicava molto negativamente l’attività dell’IIT. Questo rapporto non è mai stato reso pubblico dall’ex ministro che per «correttezza istituzionale» lo ha passato al suo successore, il quale si è ben guardato dal divulgarlo. Tutto ciò a conferma della nebbia che ancora avvolge l’IIT."

Altri documenti:


(1) Dibattito aperto dal blog di Marco Cattaneo su «Le Scienze» nel dicembre 2008 sulla mancanza di criteri di trasparenza e valutazione scientifica dell'IIT ai quali sono invece sottoposti in Italia enti di ricerca e università



(2) I deputati Bachelet, Tocci e Ghizzoni hanno fatto una interrogazione parlamentare il 16/12/2009 per sapere "quando e con quale modalità si intenda rendere pubblico il rapporto indipendente commissionato nel 2007 dal Ministro dell'economia e delle finanze Tommaso Padoa Schioppa, affinché Parlamento e contribuenti possano autonomamente valutare se la prosecuzione e anzi l'aumento straordinario dei finanziamenti pubblici stabilito con il decreto-legge sia o meno congruo con il contenuto di quel rapporto, allora fresco di stampa"

Con riferimento ai risultati dell'attività svolta dal «Comitato di Valutazione 2007», si fa presente
che non risulta pervenuta copia del relativo rapporto né al Ministero dell'Economia e delle Finanze,
Dipartimento del Tesoro, né all'istituto in questione.


(4) Replica di Bachelet in commissione : Giovanni Battista BACHELET
(PD), replicando, si dichiara totalmente insoddisfatto. Rileva come l'esistenza del rapporto commissionato nel 2007 dal Ministro
pro tempore Padoa Schioppa in materia di valutazione dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) sia stata confermata dagli estensori stessi del rapporto, da lui interpellati, nonché dallo stesso Professor Padoa Schioppa. ....Quindi rileva che ci si trova in una situazione paradossale in cui gli estensori dichiarano di averlo consegnato e che solo il Governo ha l'autorità per divulgarlo mentre l'Esecutivo dichiara di non possederlo. Osserva che è difficile capire cosa significhi questa risposta cioè se essa voglia sottolineare che nella burocrazia si perdono documenti rilevanti oppure se si voglia operare una burla nei confronti del deputato interrogante.

(5) Su
Il Mondo del 12 marzo 2009 si chiede ancora chiarezza sulla gestione dell'IIT e sul rapporto di valutazione mai pubblicato: ....Negativo, invece, il giudizio sulla governance dell’ente dove il presidente è, da sempre, Vittorio Grilli. Che ricopre anche la carica di direttore generale al Tesoro. Dunque, in una stessa persona il ruolo di controllore e controllato.....





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