"I ricercatori non crescono sugli alberi" è il titolo del libro scritto a quattro mani da Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi sulla ricerca e l'università in Italia. E' stato pubblicato da Laterza a gennaio 2010. A cosa serve la ricerca, perché finanziarla, cosa fanno i ricercatori, che relazione c'è tra ricerca ed insegnamento, come riformare il sistema della ricerca e dell'università, a quali modelli ispirarsi. Due cervelli non in fuga denunciano la drammatica situazione italiana e cosa fare per uscire dalle secche della crisi. Perché su una cosa non c'è dubbio: se ben gestito, il finanziamento alla ricerca non è un costo ma l'investimento più lungimirante che si possa fare per il futuro del paese e delle nuove generazioni.




lunedì 15 marzo 2010

Prevedere i terremoti con il radon?




Nel nostro libro avevamo discusso brevemente del terremoto dell'Aquila, per descrivere il modo approssimativo con cui i media trattano dei temi scientifici. Avevamo scritto:

"Il caso Giuliani viene invece alla ribalta nazionale subito dopo il drammatico terremoto in Abruzzo nell’aprile 2009. Gioacchino Giampaolo Giuliani, 62 anni, tecnico di laboratorio dell’Istituto nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso, ha avuto ampia risonanza sui media per l’invenzione di uno strumento, chiamato «precursore sismico », che darebbe la possibilità di prevedere un terremoto con un margine tra le 6 e le 24 ore, calcolandone epicentro, intensità e ipocentro. In effetti, il metodo sviluppato rivela l’emissione di gas radon intrappolato sotto la crosta terrestre che viene sprigionato, a volte ma non sempre, in concomitanza con i terremoti. Il problema scientifico consiste dunque nello stabilire l’entità della correlazione tra emissione di gas e terremoti. Consultando la letteratura in proposito si vede che la correlazione è difficile da stabilire, e che le previsioni non sono quindi affidabili. È perciò impossibile effettuare una previsione ragionevolmente precisa sulla zona e sul momento in cui il terremoto dovrebbe verificarsi. Non si possono evacuare interi territori per un lasso di tempo indefinito sulla base di un dato del genere. Si possono invece identificare con una certa precisione le zone maggiormente soggette a rischio sismico, e quindi agire di conseguenza investendo in infrastruttureadeguate e rendendo consapevole la popolazione. Dal dibattito pubblico sembra comunque essere assente il concetto che ogni scoperta scientifica debba seguire una dinamica stabilita: i risultati vanno pubblicati sulle riviste scientifiche del settore e dibattuti a livello internazionale."

Proprio in questi giorni alcuni colleghi dell'INGV hanno pubblicato un
articolo sulle emissioni radon dalle rocce sotto sforzo. Il risultato principale è che l'emissione di radon dipende dalla porosità delle rocce: a seconda dei casi questa può aumentare o diminuire ed è quindi impossibile utilizzare l'emissione di radon per prevedere un terremoto. Vedi il comunicato stampa emesso dall'INGV. Molti giornali però hanno scritto esattamente il contrario! Il messaggiero ad esempio titola: Studio italiano su radon: possibile prevedere sisma. Che altro dire?

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