"I ricercatori non crescono sugli alberi" è il titolo del libro scritto a quattro mani da Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi sulla ricerca e l'università in Italia. E' stato pubblicato da Laterza a gennaio 2010. A cosa serve la ricerca, perché finanziarla, cosa fanno i ricercatori, che relazione c'è tra ricerca ed insegnamento, come riformare il sistema della ricerca e dell'università, a quali modelli ispirarsi. Due cervelli non in fuga denunciano la drammatica situazione italiana e cosa fare per uscire dalle secche della crisi. Perché su una cosa non c'è dubbio: se ben gestito, il finanziamento alla ricerca non è un costo ma l'investimento più lungimirante che si possa fare per il futuro del paese e delle nuove generazioni.




venerdì 21 maggio 2010

Problemi tecnici e problemi sostanziali



In questo
articolo pubblicato su Il Fatto si riportano alcune considerazioni del Rettore di Roma 1 Luigi Frati che ... ha dichiarato che il DDL Gelmini presenta “illogicità manifeste” che vanno cambiate. .... Poi il problema dei ricercatori: “Mentre si progetta un nuovo sistema di reclutamento dei ricercatori, con contratti a termine che precedono la possibile assunzione come professori associati – ha spiegato Frati – non si sa se ci saranno le risorse perché poi ci siano effettivamente i posti. E con quali soldi ? E che sarà degli altri 20 mila ricercatori che ci sono già nell’università? C’è un problema tecnico evidente”.

Queste considerazioni sono talmente ovvie che considerare questi problemi come "tecnici" è perlomeno riduttivo. Questi sono problemi sostanziali di una legge completamente sbagliata, che non affronta i problemi reali dell'università e che tocca alcuni punti (ricercatori, valutazione, governance,...) proponendo delle soluzioni inadeguate e coperte da una cortina fumogena di parole usate con significato distorto.

Ad esempio, come abbiamo scritto qualche mese fa nel DDL Gelmini e nelle discussioni di questo, c'è una voluta confusione sul significato delle parole:

La tenure track americana è un contratto che alla fine di un periodo di prova, in genere di cinque anni, prevede l'assunzione a tempo indeterminato se la valutazione è positiva. E' quindi prevista da subito la copertura finanziaria per l'eventuale posizione tenured. Nella versione italiana invece, la conferma nel ruolo di associato avviene dopo il conseguimento di un giudizio di idoneità nazionale ed il superamento di un concorso locale, senza prevedere dall'inizio la copertura finanziaria per il posto permanente.

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