"I ricercatori non crescono sugli alberi" è il titolo del libro scritto a quattro mani da Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi sulla ricerca e l'università in Italia. E' stato pubblicato da Laterza a gennaio 2010. A cosa serve la ricerca, perché finanziarla, cosa fanno i ricercatori, che relazione c'è tra ricerca ed insegnamento, come riformare il sistema della ricerca e dell'università, a quali modelli ispirarsi. Due cervelli non in fuga denunciano la drammatica situazione italiana e cosa fare per uscire dalle secche della crisi. Perché su una cosa non c'è dubbio: se ben gestito, il finanziamento alla ricerca non è un costo ma l'investimento più lungimirante che si possa fare per il futuro del paese e delle nuove generazioni.




martedì 6 settembre 2011

Festival della Letteratura



PERCHE' DOBBIAMO PAGARE UNO SCIENZIATO (QUANDO FACCIAMO LE MIGLIORI SCARPE DEL MONDO)?  09/09/2011 - 14:30, Conservatorio di musica Lucio Campiani - Chiostro

Lo scorso autunno studenti e ricercatori sono saliti sui tetti, seguendo gli operai cassintegrati e gli immigrati irregolari. Il tumulto nelle università è presto uscito di scena dai media nazionali per far posto alle spese natalizie, ma il disagio - e l’emorragia dall’Italia di giovani formati a spese della collettività - persiste. A cosa serve la ricerca in un paese che ha dato grandi contributi scientifici, ma che molti oggi dicono “a vocazione turistica”? È redditizio spendere per la ricerca fondamentale, e come può intervenire il privato? Come si coniuga autonomia del ricercatore e valutazione del suo lavoro? Lo stato e le potenzialità della ricerca scientifica in Italia saranno analizzati da Giulio Peruzzi, professore di storia della scienza dell’Università di Padova, e da Francesco Sylos Labini, astrofisico del Centro Enrico Fermi e blogger.

LA DISTANZA DELLE STELLE (LAVAGNE - Problemi scientifici (e musicali) in piazza) 08/09/2011 - 20:30, Piazza Mantegna , ingresso libero

(Francesco Sylos Labini) Quant’è grande l’Universo “visibile”, e come si misura? Dal 2000 a.c. al 2011 d.c., l’uomo, relegato sulla superficie della piccola sfera terrestre, è stato in grado di misurarsi con le distanze siderali.


 

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